Arrivano da tutta Europa per riempire di colore la città!
Nasce a Roma nel 1984, dove vive e lavora. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2008 e si laurea nel 2013 in Storia dell’arte contemporanea, presso l’Università “La Sapienza”. Dal 2009 inizia la sua attività come pittrice e artista, esponendo in personali e collettive in gallerie di Roma e in altre città italiane, vincendo diversi premi e concorsi. In parallelo inizia la sua attività anche come street artist, realizzando opere murali in diverse città e borghi italiani e all’estero, vincendo premi e riconoscimenti
L’opera realizzata per il Caorle Sea Festival 2024 recepisce e sviluppa, per la prima volta su larga scala, il lavoro di ricerca sulle mappe approfondito negli ultimi due anni in parallelo alla realizzazione di murales. Alessandra Carloni, sperimentando un’inedita contaminazione tra arte urbana e poster art, sceglie di dipingere su un poster incollato sulla superficie murale: si tratta di una grande mappa vintage di Venezia, che diventa la texture di sfondo per accogliere alcuni elementi tipici del suo mondo onirico. Sopra la mappa, prende vita infatti, grazie a inconfondibili pennellate di colore, una tartaruga-macchina volante guidata dall’iconico personaggio più volte raffigurato dall’artista. In primo piano il faro del Lido, importante elemento simbolico per lo skyline della laguna veneziana.
Alessio-B inizia a dipingere come autodidatta eseguendo lavori ad olio su tela, utilizzando anche la spatola, e si specializza in ritratti. Negli anni sperimenta varie tecniche esecutive, dalle tele dipinte con colori spray utilizzando stencil per la creazione delle immagini in negativo fino alla realizzazione di immagini su tavole precedentemente intonacate, quasi a voler ricreare le superfici dei muri sulle quali è solito lasciare le sue opere come omaggio alle città dove vive o si reca in vacanza.
Alcuni dipinti su carta e sculture in vari materiali sono, invece, ricoperti di immagini tratte da giornali o manifesti pubblicitari e poi “laccate” con un materiale che, solidificando, “fossilizza” l’opera quasi congelandola per poterla trasmettere ai posteri.
Boogie. EAD è nato a Padova nel 1971. Inizia a dipingere con gli spray nel 1989, ispirato dalla cultura hip hop e dall’arte dei graffiti newyorkesi. Negli anni ’90, entra nell’FCE di Bologna e fonda la Crew Padovana EAD, esplorando stili diversi come wild style e figurativo, sperimentando con il colore per creare effetti 3D e decorazioni grafiche. Si cimenta anche nella scenografia per brand di moda e locali, ottenendo riconoscimenti come il premio alla creatività da Canon nel 1998 e creando scenografie per i Casino Royale nel 2000. Partecipa a mostre importanti, evidenziando il ruolo di Padova nella street art italiana.
In questa opera si combinano gli stencils di Alessio-B e la tecnica old style del writer Boogie.EAD. Protagonista è una bimba intenta a immaginare un mondo fantastico e surreale, rappresentato da un intreccio vibrante di geometrie e colori. Alle sue spalle la realtà è altrettanto magica ed è sintetizzata in un cielo azzurro mare dove irrompe un gabbiano.
Nata in Russia, vive e lavora in Francia dal 2011.
Tra i suoi primi lavori ci sono sculture e installazioni con tecniche e materiali misti. La sua ricerca artistica si è poi orientata verso la street art e la pittura murale. Dal 2017 viaggia e realizza murales in diversi angoli del mondo, tra cui Perù, Portogallo, Francia, Russia e Italia.
Le sue creazioni e il suo universo espressivo sono ispirati a simboli ed elementi di diverse culture e tradizioni, e dalle esperienze fatte in diversi luoghi del mondo, dalle foreste siberiane alle giungle amazzoniche, fino all’attraversamento delle montagne d’Europa.
Riflettendo sul fatto che gran parte della superficie terreste è ricoperta da oceani e mari dove vivono ed evolvono milioni di specie, Anna Conda ha deciso di trasformare il sottopasso di via Gallini in un fondale marino popolato da affascinanti creature. Chi si troverà ad attraversarlo, grazie a un sapiente e vivace gioco di colori e prospettiva, avrà l’impressione di immergersi in un ricco e misterioso mondo, potendo ammirare da vicino la bellezza della barriera corallina e incontrare razze, cernie e altri abitanti degli abissi. Questo strano ed emozionante viaggio finisce al cospetto del Re del mare, che attende alla fine del tunnel. L’invito dell’artista, per tutti gli esploratori del fondale, è di immergersi e farsi trasportare dalle onde.
Any, acronimo di About New York è un artista affacciatosi solo recentemente alla street art. Nel suo nome è sotteso l’amore folgorante per la Grande Mela che permea tutte le sue opere, ma anche la volontà di essere “uno qualsiasi”, confuso tra la folla di New York. Il suo volto sono i simboli della grande città. Il suo obiettivo, condividerne la passione.
Molte opere prendono ispirazione dalle sue stesse foto: sguardi ampi che abbracciano una città e i suoi simboli prima di essere catturati da un dettaglio e concentrarsi improvvisamente sulle persone e le loro esistenze, raccontate da un momento, un’emozione.
La crescente preoccupazione per l’inquinamento da plastica dei mari solleva sempre più interrogativi sull’importanza del rispetto per l’ambiente. Any vuole porre l’accento su questa tematica con un’opera realizzata con gli stencils che ha per protagonista una futuristica tartaruga. Lo street artist la immagina come il prodotto di una mutazione genetica e la raffigura con il carapace sostituito da un grande pneumatico, simbolo dell’inquinamento che prende definitivamente il sopravvento sulla natura. La scelta di colori decisi e intensi come il nero, il blu e l’arancio viene impreziosita da piccoli dettagli realizzati con una particolare vernice spray argentata che riflette la luce del sole.
Sopra la mappa, prende vita infatti, grazie a inconfondibili pennellate di colore, una tartaruga-macchina volante guidata dall’iconico personaggio più volte raffigurato dall’artista. In primo piano il faro del Lido, importante elemento simbolico per lo skyline della laguna veneziana.
L’opera, realizzata con gli stencils, ritrae un piccolo giudice bambino che batte con allegra decisione il suo martelletto ed è stata realizzata dall’artista con il contributo degli allievi della scuola dell’infanzia Morvillo Falcone. Il contributo dei bambini è stato progettato dall’artista in modo che i piccoli potessero divertirsi realizzando l’effetto dripping necessario per completare la scena: ogni bimbo ha avuto un bicchierino con un assaggio di colore diluito con acqua; al termine di una lezione-gioco sulla street art, ogni bambino ha potuto gettare festoso il colore sul muro trasformato in tela.
Nato a Milano nel 1974, l’artista si distingue per la sua versatilità in diverse discipline come illustrazione, fumetto, decorazione, fotografia, e animazione. Ha collaborato con grandi nomi come MTV, Sony, e Dolce&Gabbana, oltre a lavorare in produzioni di film d’animazione e pubblicità. Dal 1992, si dedica alla street art e ai graffiti, esplorando dal 2009 la tecnica del disegno anamorfico 3D, ottenendo riconoscimenti internazionali come il titolo di Maestro Madonnaro e il primo premio al Dubai Canvas Award. Sue opere sono esposte nelle basiliche di Betlemme e Città del Messico.
Con quest’opera l’artista ha voluto unire la sua passione da collezionista di giocattoli vintage e dimenticati con la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto al problema, diventato oggi quasi retorico, dell’inquinamento da plastica nei mari.
Come spesso accade per le opere di Cuboliquido, il muro diventa la tela su cui raccontare una storia. Qui il protagonista è un vecchio palombaro di latta di nome Tin-Tin, antico abitante del mare dei giochi dimenticati. Un giorno, durante una delle sue avventure subacquee nella scatola dei giocattoli abbandonati, incontra qualcosa di sorprendente: Barbie Marmeid, visibilmente trascurata e fuori moda. Tin-Tin, il romantico palombaro, vede oltre la sua plastica sgualcita e capisce che è il colpo di fortuna della sua vita. Decide di portare la sirena nella sua dimora di cartone, dove vivono felici giocattoli di ogni tipo, abbandonati e un po’ stropicciati come lui. Inizia così una storia d’amore strampalata tra Tin-Tin e la sirena vintage: si scambiano battute vecchio stile e risate su quanto siano fuori moda, e l’amore cresce. Tin-Tin, l’eroe dei giochi trascurati, insegna alla sirena a essere fiera di sé stessa, indipendentemente dalle rughe sulla plastica. Il messaggio che questa fiaba moderna vuole lanciare è tanto semplice quanto d’impatto: anche se il mondo può scartarti come un giocattolo vecchio, c’è sempre qualcuno che è pronto a offrirti una seconda chance. E se trovi qualcuno che ama il tuo lato sgualcito…beh, allora hai trovato il tuo Tin-Tin.
L’opera, che si sviluppa in altezza per una quindicina di metri, rappresenta la migrazione di uno stormo di uccelli “Graffaune” (contrazione di “graffiti” e “fauna”, parola inventata dall’artista per identificare gli iconici animali protagonisti di molti suoi murales) che sorvola il mare Adriatico verso altre terre. Nell’immaginario di Daco questi volatili, definiti con il suo caratteristico sguardo geometrico, lasciano la loro impronta grafica, dinamica e colorata sui muri della città di Caorle, a cominciare da una facciata dell’Hotel Marzia.
Personaggi dei cartoni animati e buffe figure tipici dell’immaginario dell’artista sono i protagonisti dell’opera ospitata su una delle pareti della piscina comunale, una struttura sportiva che accoglie tutti i giorni bambini e famiglie. Oltre a voler strappare un sorriso ai visitatori più piccoli, con quest’opera David Karsenty intende omaggiare la gente di mare, che secondo l’artista è coraggiosa e forte come Braccio di Ferro, ma anche gentile e piena di sincerità come Olivia. Scegliendo di utilizzare una palette di colori particolarmente vivace, l’artista ha voluto, inoltre, sottolineare come Caorle sia piena di energia, forza e vivacità, proprio come la sua città natale, Le Havre, anch’essa città di mare.
Il piccolo nano del francese David Karsenty osserva, chissà, forse vorrebbe rivolgere una parola alla ballerina di Any, ritratta con i muscoli tesi, che comunica l’impeto della sua danza, lo slancio della sua passione. In questa inedita contaminazione la dimensione pop e giocosa tipica delle opere di Karsenty si fonde con il tributo che Any fa alla forza di volontà della donna, reale nella contemporaneità, che balla calpestando fallimenti, rinunce e delusioni, per poi diventare la protagonista del suo, pronta a danzare tra successi, conquiste e rivincite, sulle note della propria affermazione. Any e Karsenty raccontano tra figure fiabesche e fatica autentica che tutto è possibile, basta volerlo.
Nato a Ferrara nel 1972, Giulio Masieri inizia giovane a realizzare dipinti murali, distinguendosi per la riproduzione realistica di architetture in contesti surreali. Esperto in prospettiva classica, nel 1999 si specializza in tecniche illusionistiche con una decorazione barocca a Mosca, avvicinandosi all’arte classica. Tra il 2000 e il 2001, lavora a Tokyo su palazzi in stile italiano del Settecento, perfezionando la decorazione architettonica. Successivamente, i suoi studi su quadrature e ornati lo portano a Parigi, Londra e Aqbar, e a realizzare progetti in Italia, Belgio, Francia, Kazakistan e Crimea. Durante il lockdown del 2020, inizia la serie di murales di animali giganti, guadagnando notorietà online e associando la sua città a queste opere.
Il modo migliore per procurarsi cibo, combinando astuzia e pigrizia, è un interrogativo che solo l’ingegno dei gatti può risolvere. Il felino raffigurato dall’artista è stato sorpreso subito dopo aver saccheggiato il mercato ittico, trasformandosi così in un pescatore di pesce pescato.
L’ironia evidente sottesa all’opera dimostra che la street art può giocare con i contesti in cui si inserisce; in questo caso il mercato ittico ospita sulla facciata principale un “gatto ittico”, che entra così a far parte del mondo degli animali giganti creato dall’artista ormai da alcuni anni.
Il progetto dell’opera, sviluppato durante il lockdown, è nato dall’idea di raccontare un’invasione pacifica degli animali, rimasti a dominare quasi incontrastati gli spazi urbani.
L’immagine mira a creare un momento ludico e un’interazione con lo spettatore, che coglie in flagranza di reato il felino impertinente e sfacciato intento a rubare di nascosto i frutti del mare.
L’opera, realizzata a terra con un effetto tridimensionale, rappresenta un piccolo stagno. Ad una estremità galleggia una barchetta di carta con la scritta pace, che l’artista immagina possa essere stata posizionata da un bambino. All’altra estremità dell’acquitrino campeggia invece un grosso pesce gatto. La scena vuole rappresentare l’inquietudine e la fragilità del mondo odierno (la barchetta di carta), costantemente minacciato da venti di guerra e disuguaglianze (il pesce gatto). Il messaggio “Pace”, ben in evidenza, è custodito, secondo l’artista, proprio dai bambini, portatori di speranza. L’opera, realizzata con pigmenti di colore minerali, è anamorfica, ovvero è realizzata in modo da risultare nella giusta prospettiva per la visione aerea e allo sguardo dell’osservatore che arriva a piedi o in bici.
Judith de Leeuw, conosciuta come JDL street art, ha iniziato la sua carriera artistica a 15 anni con l’uso di bombolette aerosol ad Amsterdam. Dopo la laurea in Arte e Design nel 2015 e una specializzazione presso l’Accademia Willem de Kooning nel 2016, l’artista ora viaggia globalmente creando murales su larga scala per esprimere emozioni e sensibilizzare su temi sociali. Ha lavorato in oltre 40 paesi, esponendo accanto a celebrità come Banksy e Keith Haring, e ottenendo riconoscimenti da piattaforme internazionali come CNN e Chicago Tribune. Nel 2022, è stata invitata dalla monarchia olandese a partecipare a un evento con il Presidente italiano, simbolo di collaborazione artistica internazionale.
JDL ritrae una giovane madre italiana mentre porta in salvo dal mare una bambina africana. La donna abbraccia teneramente la bimba, che indossa un giubbetto salvagente arancione. Spicca, agli occhi dell’osservatore, una terza mano che sembra accarezzare il volto della bambina. Questo elemento si inserisce volutamente nella composizione con un alto valore simbolico: è la mano della madre naturale della piccola migrante, che l’artista immagina essere annegata nel Mediterraneo. Il delicato gesto è quindi l’atto estremo di saluto e di augurio alla figlioletta per la sua nuova vita. L’intento dell’artista, da sempre impegnata nel lanciare messaggi sociali contro il razzismo e le discriminazioni, è celebrare la vita e invitare chi osserva questa intensa scena a riconsiderare il concetto di accoglienza e apertura verso gli altri. Con quest’opera JDL esprime, inoltre, la speranza di assistere a un futuro in cui si apprezzi appieno la diversità e la ricchezza culturale che le nuove generazioni di migranti porteranno con sé crescendo in Italia e nel resto d’Europa, paesi che diventeranno a tutti gli effetti “home”, casa.
Man-X è nato in Francia a Rouen nel 1982. Vive e lavora a Le Havre, in Normandia. Ha lavorato come grafico informatico e anche come scalpellino, avvicinandosi fin da giovanissimo al mondo dei graffitti. Nel 2009 ha cominciato a lavorare con la tecnica dello stencil multistrato. Man-X utilizza vari supporti, come metallo, pietra, porte di legno e vecchie insegne, spesso recuperati per strada, preferendo supporti invecchiati dal tempo che desiderano solo trovare una seconda vita. Fin dall’infanzia, la sua arte ha sempre ruotato attorno all’uso del bianco e del nero, con una predilezione per la forza complementare e contrapposta, simile allo Yin & Yang cinese.
“V-J Day in Times Square” è forse una delle immagini più iconiche della fine della Seconda Guerra Mondiale: un marinaio bacia teneramente un’infermiera, mentre la accompagna dolcemente in un abbraccio, durante i festeggiamenti della Giornata della Vittoria sul Giappone.
La famosa fotografia di Alfred Eisenstaedt, appositamente rielaborata dall’artista e realizzata con gli stencils, ritrae il bacio tra un marinaio americano e una giovane donna.
L’artista ha scelto di lavorare su questo soggetto colpito da una curiosità: tra le tante storie che circolano sui reali protagonisti di questo “bacio”, si narra che il marinaio fosse figlio di migranti italiani.
L’opera ritrae il volto di una donna anziana che guarda lontano, lasciandosi trasportare dolcemente dai ricordi, lasciando che i pensieri si traducano in onde che le ricordano la sua storia. Una poetica che si confonde con i colori della vita, che non è più una storia, ma tante storie, non un sentimento, ma la potenza di tutti i sentimenti. Un’opera senza titolo perché il titolo sia negli occhi di chi guarda. Il volto della donna, immersa nel paesaggio di onde colorate che rappresentano i colori della vita, esprime l’intento delle artiste di narrare i momenti dell’esistenza. Tanti frammenti di vita armonizzati con le onde del mare e della terra.
Mrfijodor, alias di Fijodor Benzo, è un artista urbano e illustratore attivo dagli anni ’90, inizialmente attratto dal graffiti writing per la sua spontaneità gestuale e culturale. Evolvendo dal lettering alla street art, ha sviluppato uno stile personale, orientandosi verso l’illustrazione con maturità artistica. Le sue opere, spesso con forme elementari, veicolano messaggi diretti e ironici, puntando a un dialogo con l’osservatore. Caratterizzate da una critica sociale o ecologica, le creazioni di Mrfijodor sono segnate da uno stile spontaneo, accessibile e privo di complessità tecniche, spesso evocando un’innocenza quasi infantile.
Città sommersa o cielo con pesci volanti? Una domanda per aprire la mente di chi osserva questa gigantesca opera. I muri prendono vita mentre le superfici si tingono di colori vivaci che richiamano il fascino del centro storico di Caorle, trasportando la città in un mondo incantato. Il fulcro di questa metamorfosi è un’anguilla gigante che danza tra pesci ed alghe, trasportando gli spettatori in un emozionante viaggio sotto il mare. La laguna si fonde con il cielo, creando un confine surreale dove cielo, mare e architetture si mescolano armoniosamente. Ogni illustrazione racconta una storia unica, invitando chiunque a immergersi in questo universo fantastico e lasciarsi trasportare dalla magia delle vie dell’antichissimo borgo marinaro. Grazie ai disegni di Mrfijodor, l’ordinario si trasforma in straordinario, regalando a questa città una nuova dimensione artistica e emozionale.
Giulia Yoshimura (aka Mura) è nata a São Paulo, Brasile, nel 1997, da genitori di origine giapponese. Attualmente risiede e lavora come artista visiva e muralista in Portogallo, dove sta studiando pittura presso l’Università di Belle Arti di Porto. La sua pratica artistica si concentra sulla ricerca della connessione tra piante ed esseri umani, esplorando le peculiarità spesso trascurate nei fiori e nelle piante. Utilizzando una vasta gamma di scale, tecniche e materiali, che spaziano dalle tele ai grandi murales urbani, Mura crea opere che invitano gli spettatori a riflettere sulla relazione tra l’uomo e la natura. Mura ha realizzato murales in Brasile, Portogallo, Spagna, Francia e Germania. Nel 2022, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento come vincitrice della categoria Arte Urbana al Premio Nazionale per Giovani Creatori in Portogallo.
La sua ricerca verte principalmente nell’esplorazione della relazione tra uomo e natura, con la volontà di mettere in luce le caratteristiche spesso trascurate dei fiori e delle piante. All’Hotel Marzia ha scelto di dipingere delle orchidee, un tributo a un fiore autoctono della laguna di Caorle.
Shife V.H.Ro nasce a Padova nel 1981. Il suo percorso artistico affonda le radici negli anni Novanta con un profondo interesse per le manifestazioni di arte urbana come Street Art e Graffitismo. Nel 2005 si diploma con lode in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, proseguendo la sua personale ricerca sia in termini di tecnica che di figurazione. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero e a Festival.
Pittura, grafica, murales prendono vita come risultato finale di studi e sperimentazioni: dalla leggerezza dei Lost Walls, realizzati con la tecnica della fusione acrilica, all’intensità delle simbologie di opere come Allegoria della Natura, il murale dipinto per l’edizione del 2023
della Biennale di Street Art di Padova Super Walls. Passando dalla cultura Pop al Liberty, seguendo come traccia la propria passione per specifiche forme e significati, fa del cambiamento e dell’imprevedibilità figurativa da sempre un suo punto di forza, pur rimanendo chiara la sua riconoscibilità.
Il murale propone uno scenario marino in cui realtà e fantasia si fondono, dando vita ad una inaspettata scena di pesca.
Con gesto liberty, una mano femminile è raffigurata nell’atto di pescare. Attorno all’esca, simbolicamente rappresentata da un cuore ligneo, si radunano cinque pesci.
L’opera gioca volutamente su contrasti cromatici, dando rilievo ai rossi intensi e alle sfumature dei verdi e degli azzurri. Alla piattezza del colore di sfondo, steso senza eccesso di ombre, di memoria orientale e Art Nouveau, fa da contrasto la resa naturalistica della corda-lenza, del cuore-esca ed amo e dei pesci. E sono questi i protagonisti del murale, quasi in aggetto rispetto al piano, brillanti, resi vivi da colori realistici. Nel lato sinistro della parete, in alto, è riproposto un Pesce argentino (Argentina Sphyraena); a seguire, uno Sgombro (Scomber Scombrus) ed una Trachino vipera (Trachinus Vipera). Nel lato destro, sotto la mano, si trova un Pesce Molo o Potassolo (Micromesistius Poutassou) e, infine, un Occhialone (Pagellus Centrodontus).
Evidente, l’intenzione di dare enfasi alla fauna marina tipica del Mare Adriatico e della zona della città di Caorle (VE). L’Arzentin, il Ganzariol, la Varagnòla, il Molo da parangal e l’Albaro bastardo sono i nomi veneti utilizzati per questi pesci che, in questo contesto, vogliono essere non solo un omaggio al luogo, inteso in senso strettamente geografico, ma anche simbolo della tradizione. Una tradizione, quella della pesca, che si mantiene anche attraverso il grande rispetto per l’ecosistema, la natura, i ritmi di vita degli animali. Ed è in questo senso che va letta e compresa la scelta di avere, in posizione centrale, un cuore al contempo amo ed esca. Un cuore gettato in mare con delicatezza, fatto di legno e legato ad una corda, entrambi materiali che nella tradizione hanno caratterizzato, e ancora caratterizzano, questa attività.
Un omaggio alla Pesca fatta col Cuore.
Un passato da musicista, comincia a dipingere da autodidatta sviluppando un linguaggio vicino al mondo della street art. Le sue opere, su muro e su tela, sono concepite a partire da una visione puramente emotiva che si traduce in uno stile multiforme in cui prendono vita personaggi antropomorfi, animali che si confondono con l’uomo, scenari dove la natura si fa poesia.
L’uso di materiali come la bomboletta spray, segno tipico distintivo del mondo dei writer, il tratto veloce e il gesto nella composizione inscrivono Tony Gallo tra i nuovi artisti che si affacciano ad un percorso che porta l’impronta caratterizzante di un’arte densa di emozione.
Nella sua opera Tony Gallo vuole rappresentare metaforicamente la sensazione di calma e appagamento che ci pervade quando la nostra vita scorre serenamente, e noi ci troviamo a galleggiare in un mare placido e privo di onde. I colori scelti sono immediatamente riconducibili allo stile dell’artista, come la composizione della scena, che vede protagonisti due dei suoi personaggi iconici (una figura femminile e la papera) stretti in un abbraccio rassicurante. Intorno a loro affiorano dall’acqua tanti fiori colorati, dipinti con un nuovo e attento studio dei volumi che contraddistingue i lavori più recenti dell’artista.
Zero Mentale è nato a Padova, dove vive e lavora. Diplomato all’Istituto d’arte, si è laureato in architettura. La passione per l’aerografia segna un importante apporto alla sua identità artistica. Questo particolare interesse lo porta a un affinamento nella gestione e nella tecnica dei materiali.
Grazie al sapiente utilizzo di svariate vernici, le sue opere assumono una superficie patinata e traslucida, distinguendosi cosi per il forte impatto visivo, il valore stilistico e la precisione del tratto.
L’opera, che si sviluppa su diverse superfici all’interno dell’Hotel Marzia, presenta una composizione geometrica di sinapsi, tipica cifra stilistica dello street artist. I colori scelti, il bianco e diverse gradazioni di azzurro, sono un omaggio al panorama offerto dal lungomare di Caorle e richiamano le diverse nuance assunte dalle onde a seconda del riverbero del sole.
Zero Mentale è nato a Padova, dove vive e lavora. Diplomato all’Istituto d’arte, si è laureato in architettura. La passione per l’aerografia segna un importante apporto alla sua identità artistica. Questo particolare interesse lo porta a un affinamento nella gestione e nella tecnica dei materiali.
Grazie al sapiente utilizzo di svariate vernici, le sue opere assumono una superficie patinata e traslucida, distinguendosi cosi per il forte impatto visivo, il valore stilistico e la precisione del tratto.
L’opera, che si sviluppa su diverse superfici all’interno dell’Hotel Marzia, presenta una composizione geometrica di sinapsi, tipica cifra stilistica dello street artist. I colori scelti, il bianco e diverse gradazioni di azzurro, sono un omaggio al panorama offerto dal lungomare di Caorle e richiamano le diverse nuance assunte dalle onde a seconda del riverbero del sole.
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